[Musica] la cappella Underground presenta blowout frammenti di [Musica] cinema Buongiorno e benvenuti a blowout frammenti di cinema Marco catenacci E Francesco rouzier sempre dall'una edizione della mostra del cinema di Venezia oggi in questa puntata vi parliamo finalmente di quello che è stato il grande evento cinefilo del concorso di quest'anno attesissimo the brutalist terzo film di Brady Corbett lui che appunto autore proprio lanciato da Venezia vinse il premio per la miglior regia in orizzonti con il suo primo film L'infanzia di un capo Child UD of al leader poi con il secondo Vox Lux fu catapultato immediatamente nel concorso e adesso arriva con quella che è veramente un'opera che fin dalla forma e dalle premesse è assolutamente magniloquente stiamo parlando di un film di 215 minuti con intervallo compreso nel minutaggio e incluso proprio nella struttura narrativa un film che racconta la storia di Las slotova emigrato dall'ungheria e sopravvissuto all'olocausto che arriva negli Stati Uniti alla ricerca un po' del sogno americano e eh finisce a lavorare per un miliardario che gli commissiona una grandissima opera nello stile del brutalismo Ecco è un film che appunto lunghezza mastodontica proiezione in 70 mm pellicola ovviamente cose che ai festival fanno assolutamente piacere e fanno gol a tutti gli accreditati e per un film che appunto si porta addosso un grandissimo carico di aspettative Sì sì diciamo che Brady Colbert per quanto abbia una carriera tutto sommato abbastanza breve da da regista sono tre come ricordavi tu i suoi film fino a questo momento diciamo che non ha mai avuto non gli è mai mancato il coraggio di misurarsi con l'ambizione di F Qualcosa di grande e memorabile ed è un po' anche in realtà il tema centrale attorno a cui ruota proprio tutto questo film Eh Cosa resterà di del passaggio Insomma di un artista dopo dopo la sua morte cosa resta del processo creativo cosa resta di chi ha finanziato quell'opera fa proprio un discorso effettivamente sul sull'utilità sul valore simbolico sul ruolo sociale e anche su quelle che sono Poi appunto i lasciti e gli strascichi delle opere d'arte è un film che effettivamente proprio per tutti gli elementi che hai ricordato tu è un'opera comunque mastodontica molto complessa nella sua messa in scena nelle sue ambizioni che vuole portare avanti tutta una serie di di discorsi Appunto quello del rapporto tra l'arte e il denaro tra l'artista E chi commissiona l'opera tra in realtà forse anche l'America e Eh i creativi rubati da un po' tutto il mondo eh e un po' vuole parlare credo anche del del rapporto che ha Brady corbet con i suoi produttori Insomma su l'ambizione smisurata che spesso viene frenata da questioni di denaro da retroscena eh Poi in realtà è un film che parte dal mio punto di vista almeno questo quello che penso dopo dopo questa visione parte con Eh una prima parte che veramente semina tantissimo che ha proprio il respiro della delle opere dei film di quelli più grandi della vita di quei racconti quelle narrazioni che che creano il mito per certi aspetti ed è una prima parte davvero straordinaria volgente nella nella visione una seconda parte che secondo me rischia forse Almeno questa è l'impressione di incunearsi un po' troppo eh con con l'imbuto verso un un finale Eh che restringe un po' troppo il campo e non riesce ad allargarlo a dovere detto questo comunque resta in realtà la sensazione di aver visto un film molto importante eh che Insomma non vediamo l'ora di di rivedere Sì assolutamente non vediamo l'ora di rivedere questa è un po' la premessa questa breve pillola è un film che sicuramente va visto va rivisto va studiato visto anche in altri contesti più sereni di quello festivaliero perché è veramente un film che contiene tanto tanto tanto e è un film che narrativamente appunto parliamo tanto in questi si parla tanto in questa Venezia delle delle lunghezze dei dei titoli in concorso o comunque nelle nelle varie sezioni e lo stesso Barber in conferenza stampa aveva ricordato che le lunghezze dei film quest'anno sono molto importanti diciamo così ma perché in realtà sono le lunghezze dei film contemporanei ad essere molto importanti un un po' l'influenza della serialità televisiva Un po' altre questioni di carattere produttivo di carattere così anche commerciale se vogliamo non staremo sicuramente qui a ad elencarli tutti però Certo è che è una tendenza spesso la la la la motivazione principale si ritrova proprio nell'influenza del racconto seriale sul mezzo cinematografico in questo caso invece non è mi sento di escludere Ecco questa possibilità Perché qui veramente l'intenzione di Brady corbet è evidente ed è quella di fare un film d'altri tempi un film asod donticozzi della pellicola trova una eh ragion d'essere ancora più eh importante proprio come eh residuo quello che dicevi no quello che è un valore simbolico nell'oggetto che resiste al tempo o come resistono al tempo le opere appunto del protagonista del del film ed è un film che lavora anche ovviamente sugli spazi sulle simbologie del delle architetture realizzate da eh dalla zotov che si fanno portatrici di tutto quel dolore e quella tragedia della storia S È verissimo infatti Comunque qui non si accusa una lunghezza eccessiva del film dettata dalla Giunta di situazioni ed elementi Ma è una durata che arriva a questa lunghezza proprio per il respiro molto ampio del del racconto per darsi il giusto tempo per raccontare per raccontare le cose gli spazi gli avvenimenti e i personaggi ed effettivamente anche per lavorare come dicevi giustamente tu con i giusti simboli un'altra cosa che secondo me va assolutamente Sottolineata è L'interpretazione del protagonista che è interpretato da Adrian brodi qui veramente a una delle sue interpretazioni migliori in carriera veramente ieri più volte a più riprese Ci siamo chiesti Ma com'è possibile che a Adrien Brody lo vediamo così poco come attore Perché qui veramente ci regala un personaggio assolutamente memorabile su cui comunque il film fa molto affidamento e se comunque si arriva alla fine soddisfatti E così appagati dalla visione e anche molto molto del merito va dato a lui sì assolutamente quella di Adrian Brody è veramente un'interpretazione che insieme tragica e trattenuta riesce a esprimere tantissime sfaccettature di un personaggio comunque molto complesso e pieno di di non detti e attraversa questa narrazione che appunto magari non sempre a fuoco magari non sempre riuscita però trova dei momenti assolutamente memorabili come un prologo che rimanda immediatamente al cinema di lasl Nemes con una capacità di catapultarti al centro dell'azione di essere allo stesso tempo anche simbolico davvero importantissima poi anche un un epilogo comunque notevolissimo e qua e là in queste 215 minuti sono sparsi dei momenti davvero davvero straordinari che in qualche modo eh veramente si prendono la scena e rubano eh così riescono a far dimenticare anche forse dei momenti meno brillanti meno lucidi che naturalmente ci sono in un film di queste proporzioni e di queste ambizioni detto Questo naturalmente per questi motivi e per molti the brutalist è e resta sicuramente una delle visioni più interessanti e stimolanti di questo concorso veneziano [Musica]