David Copperfield - Charles Dickens - Capitolo 56 - Audiolibro

Published: Sep 02, 2024 Duration: 00:16:26 Category: Entertainment

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[Musica] capitolo 56 la nuova ferita e L'Antica non era necessario o sf dirmi nell'ultimo nostro colloquio che ero assai lungi dal pensare dovesse segnare la nostra definitiva azione non era necessario dirmi Pensa a me con indulgenza Io l'avevo sempre fatto e non potevo ora dinanzi a simile spettacolo condurmi diversamente fu portata a una barella e disteso su di essa e coperto d' una bandiera egli fu sollevato e portato verso il paese i portatori l'avevano conosciuto l'avevano accompagnato nelle sue escursioni vedendolo Sempre allegro e baldanzoso lo portarono attraverso il terribile mughio del mare Tacito convoglio in mezzo a quel tumulto fino al villino dove già era la morte ma quando Ebbero deposta la barella sulla soglia si guardarono l'un l'altro e guardarono me e si bisbigli arono qualche Cosa indovino che cosa compresero che non era giusto deporlo nella stessa stanza silenziosa andammo in città e portammo il nostro carico all'albergo Non appena mi fu dato di raccogliere in qualche modo i miei pensieri mandai a chiamare joram e lo pregai di cercarmi una vettura con la quale poter fare il funebre trasporto a Londra durante la notte comprendevo che a me solo aspettava questa cura e il penoso dovere di preparare sua madre a riceverlo ed io ero desideroso di compierlo più fedelmente che m'era possibile Scelsi la notte per quel viaggio perché non si sarebbero raccolti molti curiosi alla partenza ma finché fosse quasi mezzanotte quando uscii dal cortile in una vettura seguito da ciò che avevo in deposito molta folla Era in attesa a intervalli nella città e anche un po' fuori sulla strada maestra incontrai dei gruppi numerosi ma finalmente mi furono intorno soltanto la notte nera e l'aperta campagna e le ceneri della mia amicizia infantile in Una mite mattinata d'autunno verso lorché il suolo era già profumato dalle foglie cadute e molte altre colorate delicatamente di giallo di rosso e di Bruno pendevano dagli alberi illuminate dal sole arrivai a highgate fece a piedi l'ultimo miglio pensando a ciò che dovessi fare e lasciai ferma la vettura che mi aveva seguito tutta la notte in attesa del mio ordine di continuare il viaggio la casa quando vi giunsi dinanzi mi parve la stessa neppure una era sollevata non un segno di vita nella triste corte lastricata con la galleria che conduceva all'ingresso disusato il vento era cessato e non si muoveva più nulla sulle prime al cancello Non ebbi il coraggio di suare e quando suai mi parve che il mio messaggio venisse espresso dallo stesso suono del campanello venne fuori con la chiave in mano la piccola cameriera e guardandomi ansiosa mentre apriva mi disse Scusate Signore vi male No sono stato molto agitato e sono stanco che c'è Signore il signor Giacomo zitta dissi Sì c'è qualche cosa che debbo annunziare alla signora stefort è in casa La ragazza rispose piena d'ansia che la padrona oramai usciva di rado anche in carrozza che se ne stava in camera sua che non riceveva visite ma che io Certo sarei stato ricevuto la padrona era di sopra aggiunse e la signorina dartel era con lei che cosa doveva andare a dire avvertendoli non mostrarsi agitata e di portar soltanto il mio biglietto da visita e dire che aspettavo attesi nel salotto dove già eravamo arrivati che ella ritornasse il salotto mostrava che non era più frequentato e aveva le imposte socchiuse da molto tempo l'arpa non era stata più toccata il ritratto di steerforth bambino era lì l'armadietto ove la madre conservava le lettere del figlio er era lì Mi domandai semmai le leggesse più ora semmai le avrebbe lette più la casa era così tranquilla che udì il passo leggero della piccola cameriera salire al ritorno Ella mi disse che la signora Stir Fort era indisposta e non poteva venir da basso e mi faceva le sue scuse per esser costretta a ricevermi in camera sua dopo Pochi istanti io stavo dinanzi a lei non era nella camera sua ma in quella del figlio dissi naturalmente che la vi siera stabilita in memoria di lui e che i molti segni delle occupazioni del figlio e delle sue imprese che la circondavano vi rimanevano appunto come egli li aveva lasciati per la stessa ragione Ella però mormorò nell'atto di ricevermi che stava lì perché era la camera meglio esposta e più conveniente al suo stato di salute e con uno sguardo di alterezza respinse ogni più piccolo sospetto della verità accanto alla sua poltrona stava come al solito Rosa d'art dal momento in cui mi mise addosso ai suoi occhi neri mi accorsi che ella indovinava che ero portatore di male nuove indietreggiò d'un passo dalla poltrona come per sfuggire all'osservazione della signora stefort e m esaminò con uno sguardo penetrante che non mosse più non storn più da me mi duole di vedervi vestito a lutto signore disse la signora sterf disgraziatamente sono vedovo dissi voi siete molto giovane per avere sperimentato una così gran perdita Ella rispose vi faccio le mie condoglianze Spero che il tempo vi porterà qualche sollievo Spero che il tempo io dissi guardandola in viso ci porterà a tutti qualche sollievo cara steerforth tutti dobbiamo avere questa speranza nelle nostre più gravi disgrazie la gravità delle mie maniere e le lacrime che mi inondavano gli occhi la fecero sussultare parve che tutto il corso dei suoi pensieri si arrestasse a un tratto e cambiasse di direzione Tentai di dominare la mia commozione col pronunziare dolcemente il nome del figlio Ma la voce mi tremò lo ripetè anche lei due o tre volte piano poi volgendosi a me disse con calma affettata Mio figlio è ammalato molto ammalato l'avete veduto sì vi siete riconciliati non potevo dir di sì Non potevo dir di no Ella volse leggermente la testa verso il punto dove parve che tutto il corso dei suoi pensieri si arrestasse col moto delle labbra a Rosa morto perché alla signora stefort non venisse in mente di guardar di dietro e di leggere nel viso della compagna ciò che non era ancora preparata a sapere Mi affrettai a sostenere il suo sguardo ma avevo visto Rosa d'le alzar violentemente le mani al cielo con un gesto di disperazione e d'orrore e poi nascondersi il viso la bella signora così rassomigliante o così rassomigliante al morto Mi guardò con un'occhiata fissa e poi si portò la mano alla fronte io la supplicai d'esser forte e di prepararsi a sopportare ciò che avevo da dirle Ma avrei dovuto scongiurarla di piangere perché era rimasta immobile come una statua l'ultima volta che fui qui La signorina dartel mi disse che gli errava di qua e di là per mare l'altra notte il mare è stato Terribile se egli era in mare quella notte e in vista ad una costa pericolosa Come si dice che fosse e se la nave che fu vista era veramente quella rosa disse la signora stefort vieni qui Rosa si mosse ma senza simpatia e di cattiva Grazia gli occhi le lucevano come fuoco di fronte alla signora e fece udire un terribile riso finalmente Ella disse il tuo orgoglio è soddisfatto folle ora che t' ha chiesto perdono con la vita con la vita intendi la signora Stir Fort caduta indietro Nella poltrona e non dando altro segno di vita che con un Gemito la guardava con gli occhi spalancati Sì esclamò Rosa battendosi violentemente il petto Guardami piangi e e Guardami Guarda qui e si toccava la cicatrice l'opera di tuo figlio morto Il gemito che cacciava di tanto in tanto la madre mi toccava il cuore ed era sempre lo stesso sempre inarticolato e soffocato sempre accompagnato da un debole movimento del capo ma senza alcun mutamento nel viso sempre proferito dalla bocca semichiusa e dai denti stretti come se la mascella fosse inchiodata e il volto irrigidito dal dolore ricordi quando me la continuò Rosa ricordi quando me la fece seguendo l'istinto che tu gli avevi dato e l'orgoglio che tu seavi ricordi che mi sfigurò per sempre guardami morrò con l'impronta della sua collera e piangi e Gemi sul modo come tu lo avevi allevato signorina dartel supplicai Per l'amor del cielo debbo parlarle Ella disse volgendosi a me e sfolgori dagli occhi state zitto voi Guardami dico madre orgogliosa di un orgoglioso e Perfido figlio piangi sul modo come l'avevi allevato piangi per averlo corrotto Piangi perché l'hai perduto e perché l'ho perduto io Ella stringeva il pugno e tremava in tutto il corpo gracile e smilzo come se la sofferenza La consumasse A poco a poco e tu ti offendeva del suo orgoglio Ella esclamò e tu non potevi perdonargli La sua superbia e tu opponeva superbia quando i tuo tuoi capelli erano diventati grigi le qualità che li avevano creati il giorno che lo desti alla luce tu che dalla culla cominci sti a farlo ciò che era diventato e impedisci il germoglio di ciò che sarebbe stato e ora hai il compenso di tanti anni d'educazione Oh signorina darol non vi vergognate d'essere così crudele vi ripeto essa rispose che debbo parlare nessuno al mondo me lo impedirà mentre son qui gli volevo più bene io di quanto gliene volevi tu soggiunse volgendosi a lei con aria selvaggia io avrei potuto volergli bene senza domandargli d'esserne ricambiata se fossi stata sua moglie sarei stata la schiava dei suoi capricci per una sola parola d'amore ogni anno Sì proprio chi può saperlo meglio di me tu eri esigente orgogliosa puntigliosa egoistica il mio amore sarebbe stato devoto Si sarebbe messo sotto i piedi vostri miserabili rancori con gli occhi lampeggianti batteva col piede il pavimento come se veramente facesse l'atto di calpestar quei rancori Guarda qui Ella disse battendosi di nuovo la cicatrice con mano spietata Quando egli fu in grado di comprendere ciò che aveva fatto la vide e se ne pentì io potevo cantare per divertir e conversar con lui e mostrargli con quale ardore mi interessavo a tutto ciò che faceva e arrivai perfino a istruirli piacere e mi mi feci voler bene Quando egli era più giovane e fedele mamò Sì mamò molte volte quando tu eri messa da parte con una parola di spregio Egli si strinse al mio cuore Ella parlava con alterigia di scherno che era quasi frenesia ma anche col vivo ricordo di un amore le cui ceni addormentate lasciavano sprezzare qualche Favilla ad un più dolce Sentimento io diventai come avrei dovuto immaginare che sarei è diventata quando m' affascinò con la sua devozione infantile diventai un balocco Una bambola per l'occupazione di un'ora di ozio per essere buttata ripresa e buttata di nuovo Secondo il ghiribizzo che lo prendeva quand Egli si stancò io mi stancai Passat gli Il Capriccio non volli neanche tentare di rafforzare quel po' di potere che avevo su di lui come non avrei pensato a sposarlo se fosse stato costretto ad ammogliarsi con me noi ci separammo senza una parola forse tu Lo capisti e non te ne dolse da allora sonoo stata fra voi due come una specie di mobile rotto senza occhi senza orecchi senza sentimenti senza ricordi piangi piangi per ciò che tu lo avevi fatto diventare non per il bene che gli volevi T'ho detto che vi è stato un tempo in cui gli volevo molto più bene di te Ella stava con gli occhi Lucenti di collera di fronte qu viso immobile a quello sguardo vuoto e non si inera a quel pianto come se quel viso fosse stato un ritratto signorina darle dissi Se voi potete essere così crudele da non aver pietà di questa madre angosciata e di me chi ha pietà Ella aspramente ribatté è lei che ha seminato tutto che pianga per ciò che oggi raccoglie e se i difetti di suo figlio cominciai i difetti esclamò scoppiando in pianto disperato chi osa dir male di lui egli aveva un'anima che valeva milioni di volte più degli amici ai quali si era degnato di abbassarsi nessuno gli voleva bene più di me nessuno può avere un miglior ricordo di lui risposi Intendevo dire se voi non avete compassione per la madre o se i difetti del figlio perché voi non li avete risparmiati è falso Ella gridò strappandosi i capelli Io gli volevo bene se i suoi difetti continuai non possono essere cancellati dalla vostra memoria in questo momento considerate questa poveretta almeno come una persona che non avete mai conosciuta e soccorrete in tutto quel tempo la signora stefort era rimasta immutata e sembrava immutabile immobile rigida fissa gemente di tanto in tanto nella stessa sorda maniera con un disperato cenno del capo ma con nessun altro segno di vita improvvisamente la signorina dartel le si inginocchiò accanto e cominciò a scioglierle le vesti siate maledetto disse guardandomi con un'espressione di rabbia e insieme di dolore maledetta quell'ora che entraste qui la prima volta siate maledetto andatevene dopo essere uscito dalla stanza rientrai per sonare e avvertire i domestici Ella teneva nelle braccia la signora impassibile e la baciava piangendo e la chiamava e la cullava sul suo seno come una bambina tentando ogni mezzo per svegliarli i sensi assopiti non temei più di lasciarle sole e ridiscesi senza rumore avvertendo nell'uscire i familiari più tardi durante il giorno ritornai e lo depon demmo nella stanza di sua madre mi fu detto che ella stava sempre nelle stesse condizioni La signorina dartel non la lasciava un istante i medici l'erano intorno tentando vari rimedi Ma ella rimaneva come una statua e soltanto gemeva di tanto in tanto traversa quella triste casa e chiusi le imposte delle finestre chiusi per ultimo la finestra dove egli riposava sollevai la mano di piombo e me la misi sul cuore e il mondo intero mi parve morte e silenzio interrotti solo dal Gemito della madre

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